ACCESSIBILITÀ MUSEALE
Accessibilità significa creare le condizioni affinché i musei possano essere visitati da quante più persone possibili: un approccio che ci si augura diventi presto imprescindibile.
ACCESSIBILITÀ È RIMUOVERE LE BARRIERE
Immagina un testo scritto in una lingua incomprensibile, un’immagine sfuocata, un biglietto d’ingresso troppo caro per le tue possibilità o un custode incapace di darti le indicazioni di cui hai bisogno: queste sono solo alcune fra le moltissime barriere che limitano l'esperienza delle persone al museo e che l'accessibilità insiste per rimuovere.
Le barriere non esistono di per sé ma sempre in relazione alle persone, che possono percepirle con maggiore o minor intensità a seconda dei loro bisogni; una scala, ad esempio, potrà essere solo faticosa per alcuni e completamente inaccessibile per altri. Quando i limiti sono relativi e non assoluti, anche la motivazione personale può diventare un fattore da prendere in considerazione, così come ci insegnano gli studi sui visitatori: se sono fortemente motivato a comprendere un testo, lo rileggerò più volte anche se mi sembra difficile; al contrario, se non ne avverto l’urgenza non insisterò affatto nel cercare di capirlo, mentre altri rimarranno comunque esclusi.
L'ACCESSIBILITÀ MODIFICA I COMPORTAMENTI
Nell’immaginario comune, l'accessibilità è perlopiù associata alla rimozione delle barriere che impediscono a persone con disabilità di accedere al museo eppure le barriere sono molto più numerose e riguardano tutti: per questo l'accessibilità merita di essere soprattutto considerata come un metodo da affiancare sempre all'usabilità, ovvero la facilità e la soddisfazione con cui interagiamo con qualcosa, dal percorso di visita, ad uno strumento fino a un workshop.
L'accessibilità e l'usabilità modificano i nostri comportamenti e per questo dovrebbero essere considerati prioritari in qualsiasi progettazione. La possibilità di accedere in modo semplice e intuitivo a un contesto (ad un'esercitazione o una mostra) dovrebbe infatti essere una prerogativa comune capace di spostare il focus dalle persone ai bisogni.
Il che significa considerare le necessità trasversali delle persone (permanenti, temporanee e contingenti) senza per forza associare delle etichette. Solo così potremo finalmente definire nuove strategie capaci di sfatare molti tabù e altrettanti stereotipi sui contesti di apprendimento informale.
L'accessibilità meriterebbe per questo di essere collocata al centro di ogni progettazione, atraversando le istituzioni nel loro complesso: coinvolgendo i decisori, mappando le barriere in modo articolato fino a definire linee guida interne, sempre proiettate al futuro.